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Il coniglio all'ischitana

coniglio

IL “PRINCIPE” CONIGLIO.
Le vie del coniglio sono infinite, o quasi. Per la cucina isolana il coniglio è un vero totem, come il ragù a Napoli. È il piatto dei riti stagionali, delle feste; dei fidanzamenti, dei matrimoni. Il “coniglio all’ischitana”, ricetta con la quale si identifica la gastronomia locale, affonda le radici nella storia. Risale all’epoca dei Fenici, che utilizzavano i conigli come cibo di riserva: catturati in Spagna, li liberavano nelle isole dove facevano tappa, tornando a casa dopo aver scaricato le merci nei porti. Nell’intervallo di tempo tra un viaggio e l’altro, le bestiole si riproducevano in fretta: era semplice cacciarli nei ristretti ambiti insulari dove si sbarcava per fare rifornimento.


Il coniglio selvatico di Ischia, che tuttora popola i boschi e i crinali collinari, vanta questi formidabili antenati. Secoli dopo i contadini, scavando buche in aperta campagna, hanno scoperto che quei fossi, profondi anche più di tre metri, erano i ripari ideali per allevare i conigli in uno stato semi-selvatico. Oggi il «coniglio da fossa» è un presidio Slow Food.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

PROCEDIMENTO:

Tagliare in pezzi il coniglio e rosolarlo per bene in olio extravergine d’oliva in un tegame di coccio. Aggiungere l’aglio intero, il concentrato di pomodoro e stufare per qualche minuto. Sfumare con il vino bianco, fare evaporare e aggiungere i pomodorini di pendolo tagliati in quattro. Salare e pepare e far cuocere per 20 minuti. A cottura ultimata aggiungere le erbe aromatiche ed il peperoncino tritato.